LO SPIRITO SENZA TEMPO DEL VETRO DI FIAM: UN INCONTRO TRA MATERIA, DESIGN E CREATIVITÀ
Fiam Italia rappresenta l’incontro tra idea e materia, tra artigianalità e innovazione, in una somma delle parti che diventa medium di una narrazione, di un racconto, che si muove al di là del tangibile e si interroga sul senso del design, l’emozione della bellezza e la consapevolezza di una responsabilità aziendale e solidale. Un’attitudine che proietta le creazioni di Fiam e dei designer di fama internazionale con cui collabora in un insieme armonico, e le fa incontrare in una conversazione fatta di passione e intelligenza emotiva.
Fiam presenta con le nuove collezioni 2019 una serie di oggetti, tra i quali dei tavoli, che rappresentano il focus dell’attività quotidiana, sia essa centro del focolare domestico o fulcro dell’attività lavorativa; ai tavoli ci si incontra, ci si siede e ci si raccoglie, delineando uno spazio e un momento dedicato a voci, idee, sentimenti e produttività, teatro d’istanti che parlano del presente e del futuro. Un futuro che è sempre più definito dal qui e ora, ripensando l’intera filiera del ciclo produttivo – dalla progettazione al consumo finale – per abbracciare una filosofia improntata alla sostenibilità. Fiam Italia, che sin dalla fondazione lavora con uno dei materiali a più basso impatto ambientale del settore arredo, composto esclusivamente da elementi naturali ed interamente riciclabile, si fa così portavoce di un approccio realmente sostenibile, agevolando la transizione dell’industria dell’architettura e del design verso un nuovo modello virtuoso, l’Economia Circolare, grazie alla costante ricerca che conduce e che le permette di brevettare e sviluppare nuove lavorazioni, come il DV Glass® introdotto al Salone del 2018.
Questo percorso fatto di attenzione, ascolto e analisi, si sviluppa infatti attorno al vetro come materiale sempre più vivo e attuale, in un trionfo di colori e texture che assume una forte veste sensoriale, mostrandolo come materiale caldo e tattile, che si presta ad essere pensato fuori dagli schemi e capace di affascinare con trasparenze, opacità, ruvidezza e sfumature inattese.
Ci si addentra così in una cosmogonia di influenze, richiami e pensieri che per il Salone del Mobile 2019 si è concretizzata in una collezione per l’ambiente living che alterna volumi, luci e superfici.
Il duo di designer giapponesi Setsu&Shinobu Ito ha progettato il tavolo Kighi, una combinazione di molteplici elementi che si ispira alla natura, creando un basamento che da supporto funzionale si trasforma in motivo altamente decorativo. Il piano in vetro, impreziosito da sfumature metalliche, è infatti sostenuto da una struttura che attraverso l’accostamento dei singoli elementi richiama la sovrapposizione degli alberi, formando una foresta di linee verticali. Il riferimento risiede nel nome stesso del prodotto, Kighi, l’ideogramma che illustra l’armoniosa sovrapposizione dei segni, in un espressivo rimando alla pace delle foreste, in cui luce e ombra si alternano in un ecosistema capace di generare la vita. Il piano è così sospeso su sette fronde simboliche – cifra che nella numerologia delle culture più antiche esprime globalità ed equilibrio perfetto – che a loro volta richiamano la sensibilità orientale nei confronti della natura e in particolare del Giappone, paese dello Shintoismo, che ha coniato lo Shirin-Yoku, la pratica di recarsi all’interno delle foreste e di immergersi nella loro benefica atmosfera.
Theo, di Simone Bonanni, è una proposta per il living che a sua volta sperimenta con i volumi della base, trasformando il sostegno del tavolo in un quadro neoplastico, un inno alla tridimensionalità generato da un processo di sintesi grafica e di ricerca dell’equilibrio tra pieni e vuoti, attraverso delle quinte teatrali realizzate in metallo che delimitano lo spazio e incorniciano l’aria. L’utilizzo del vetro fuso ad alta temperatura arricchisce di luce, colori e rifrazioni un’architettura essenziale, in cui il gioco di trasparenze, leggerezza e profondità si contrappone alla solidità monolitica del piano, anch’esso in vetro.
L’estro e la creatività del vetro muove poi il proprio focus dalla base al piano con Coral Beach di Mac Stopa, che unisce design, arredo e passione per la grafica in una disciplina estetica capace di comunicare la sua fascinazione per la matematica e la geometria, attraverso elementi modulari, scultura e arte digitale. Coral Beach si ispira alle forme organiche e perfette della natura e del design architettonico moderno, costruendo una sinergia tra lavorazioni artigianali tradizionali e metodi d’avanguardia come la stampa 3D, per creare un tavolo la cui superficie ricorda i paesaggi marini e in particolare l’incontro sulla battigia tra acqua e sabbia, in un frangente determinato dal susseguirsi di movimenti perpetui.
La dimensione tattile è fortemente presente anche nei coffee table Cannage, di Emmanuel Gallina, che prendono forma dall’idea di modellare e lavorare il vetro per conferirgli l’effetto degli intrecci di paglia di Vienna, in un omaggio al savoir-faire artigianale e tradizionale che interpreta la sensibilità culturale della ricerca storica e della polivalenza di un disegno che – con molteplici rimandi – richiama anche l’ordito dell’intreccio, il fascino misterioso delle mashrabiyya, la complessità della tessitura e la delicatezza dell’effetto a maglia, creando prodotti contemporanei ma dal sentimento antico, in cui l’impronta della lavorazione del vetro, caratterizzata da trame provenienti dalla storia collettiva, è abbinata alla base in legno massello, proiettando Cannage nell’atmosfera calda e intima della nostra memoria e delle nostre abitazioni.
La lavorazione del vetro raggiunge inoltre nuove dimensioni nella collezione di tavolini Lakes di Studio Klass, capace di creare illusioni ottiche che richiamano spessori unici attraverso il protagonismo del vetro fuso, una materia trattata dai designer Marco Maturo e Alessio Roscini quasi fosse allo stato liquido, in cui si alternano riflessi e trasparenze esaltati dai bordi arrotondati e contrapposti alla struttura minimale in metallo, su cui è poggiato il piano a sezione tonda che evoca forma e placida eleganza di uno specchio d’acqua dolce. Studio Klass ha inoltre ampliato per Fiam il progetto Hype, nel quale ha introdotto nuove dimensioni del tavolo allungabile e disegnato scrittoio, consolle e tavolini, esplorando nelle diverse declinazioni e proporzioni le nuove categorie di prodotto, pensate per creare un fil rouge all’interno dell’ambiente e rendere ancora più grafico e distintivo il contrasto tra vetro fuso lavorato artigianalmente e la base in acciaio, lavorata a controllo numerico. Il 2019 vede anche l’introduzione di Easy Lloyd, una seconda proposta più informale e minimale della sedia in pelle Lloyd, adatta ad ambienti domestici e corporate ma che mantiene il carattere distintivo dell’innesto in legno, elemento tecnico e decorativo che connette la seduta allo schienale.
Ludovica + Roberto Palomba esplorano a loro volta nuove soluzioni all’interno della collezione Waves, famiglia di tavoli e coffee table realizzati con l’innovativo vetro lamellare DV Glass® per ottenere oggetti dalla progettualità profondamente plastica, tridimensionale. L’ambizione per un progetto total living, caratterizzato dall’impiego di questo materiale vetroso, trova così la sua naturale evoluzione in nuovi formati, nel Big Wave con piano tondo, pensato anche nella versione che contrappone gli elementi della base in vetro a un piano in noce canaletto, e alla nuova consolle Waves, che ripropone la bellezza di un vetro lamellare sovrapposto all’infinito che cattura lo sguardo dell’osservatore e invita al tatto.
La proposta di consolle come elementi d’arredo, in cui il tavolo si converte da presenza centrale ad appoggio e vetrina per gli ambienti più diversi, si arricchisce anche con l’introduzione di Lunar di Matteo Nunziati. Ispirandosi alla lezione di Carlo Mollino e al suo design antropomorfo in cui il segno è inconfondibile e caratterizzato da linee sinuose, il piano è reso con una texture dal motivo romboidale, una trama setosa elegantemente sorretta da gambe filiformi in metallo ma dalla personalità forte e riconoscibile. L’ispirazione è stata tratta infatti dalla forma del LEM, il modulo lunare delle missioni Apollo, creando un rimando estetico e ingegneristico alle strutture che reggono le capsule spaziali.
Accanto a tavoli, consolle e coffee table, troviamo poi gli specchi, oggetti per convenzione immaginati come rigidi e inflessibili, nella forma come nella funzione, e che per Fiam Italia rappresentano invece una continua opportunità creativa, dove si incontrano arredo, meraviglia e inventiva tecnologica.
Marcel Wanders propone così la sua collezione Pop nella finitura in vetro bronzo retro-argentato, mentre Philippe Starck presenta un nuovo Caadre, che fa proprio il potere del riflesso e lo declina in sfumature inattese, trasformando il piano riflettente in un momento che accoglie il gesto umano e lo eleva a motivo decorativo, costruendo per sottrazione una poetica di scoperta dell’ignoto e aprendo una finestra fatta di luce e figure.
Tra i nuovi progetti lo specchio Kathleen di Davide Oppizzi, che a sua volta gioca con la luce, elemento che esalta il vetro e lo rende protagonista. Kathleen è un’ode all’ideale di bellezza solare degli anni ’60 incarnato dall’attrice Audrey Hepburn, tradotto in chiave contemporanea attraverso l’utilizzo del vetro fuso e riportato nella corolla che circonda lo specchio. La struttura metallica autoportante dai tenui toni champagne si combina con la cornice degli specchi, adornata da raggi tridimensionali e retroilluminati, per rivelarne i dettagli più minuti e al tempo stesso illuminare la parete su cui poggiano.
Chiude le proposte per il Salone del Mobile 2019 il comodino Dino, design CRS Fiam, nato con l’esigenza di ridefinire il complemento d’arredo per eccellenza della zona notte attraverso l’impiego del vetro curvato e l’utilizzo di trasparenze e laccature.
Le novità di Fiam Italia sono dunque l’espressione del desiderio di esaltare le abilità tecniche e sperimentali di Fiam al servizio della ricerca artistica e funzionale dei designer, trasformando la modellazione – che richiede precisione manuale, destrezza e pazienza – in un risultato estetico che concorre a creare linee sinuose, ruvidezze singolari e volumi eccezionali attraverso una materia – il vetro – che non smette mai di comunicare grande eleganza e uno spirito senza tempo.
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